Ad oggi si ritiene colpisca oltre 4 milioni di Italiani e rappresenta il 72% di tutti i disturbi reumatici. Il bersaglio elettivo è la Cartilagine che riveste le ossa a livello delle articolazioni; tale tessuto si assottiglia e frammenta a causa di complessi meccanismi (infiammatori, traumatici, metabolici, autoimmuni, genetici ) determinando riduzione dell' articolarità e dolore. E' una vera e propria " insufficienza articolare" visto che a malattia evoluta l'articolazione in toto (cartilagine, osso subcondrale, legamenti, capsule articolari, tendini) viene coinvolta. La risultante è un più o meno vistoso scompaginamento articolare e conseguente menomazione funzionale. Non deve essere interpretata come una senescenza cartilaginea visto che quest'ultima ha caratteristiche cliniche e istologiche differenti ma come reale entità patologica. Le articolazioni più colpite sono la colonna vertebrale, le ginocchia, le anche, ma a conferma che l'artrosi non deve essere motivata unicamente dal carico, possono essere coinvolte le mani (famigerata Artrosi Deformante...) in particolare nelle forme geneticamente indotte. La terapia farmacologica sarà personalizzata sulla base della intensità e diffusione del processo degenerativo ( antalgici, antinfiammatori, anche steroidei nei casi più aggressivi, condroprotettori a base di Glucosamina, Acido Ialuronico nelle articolazioni aggredibili per via infiltrativa, ) associata a trattamenti riabilitativi di competenza fisiatrica ed alla correzione di eventuali stress articolari, se tempestiva, consentirà di proseguire con cure conservative di competenza reumatologica evitando quelle interventistiche (spesso artroprotesi), quelle si, di competenza ortopedica.